Bonus trasporti 2023, al via le richieste

Dal 17 aprile è attiva la piattaforma digitale per l’inoltro delle domande per il contributo fino a 60 euro per il trasporto pubblico (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, comunicato 17 aprile 2023; D.M. n. 4/2023).

È stata attivata alle ore 8.00 del 17 aprile la piattaforma digitale per la richiesta del Bonus trasporti 2023: per accedervi è necessario il possesso di SPID o Carta di Identità Elettronica (CIE) per collegarsi all’indirizzo bonustrasporti.lavoro.gov.it. Le domande potranno essere inoltrate da persone con reddito complessivo non superiore a 20.000 euro nel 2022. Si potrà ottenere così un contributo fino a 60 euro per acquistare un abbonamento mensile, relativo a più mensilità o annuale per l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici su gomma e rotaia entro il 31 dicembre 2023.

A disposizione ci sono 100 milioni di euro, a valere sul Fondo istituito presso il Dicastero come previsto dal D:L. n. 5/2023, convertito con Legge n. 23/2023 e dal Decreto n. 4/2023 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti.

In particolare, il D.M. n. 4/2023, pubblicato il 14 aprile 2023 sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, disciplina le modalità di erogazione del buono da utilizzare una sola volta per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale, con esclusione dei servizi di prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino.

Il buono è personale, non è cedibile, non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non rileva ai fini del computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente. Resta ferma, tuttavia, la detrazione prevista sulla spesa ulteriore, rispetto all’ammontare del buono, che sia stata sostenuta dal beneficiario per l’acquisto dell’abbonamento.

 

Modalità di presentazione della domanda

 

Si potrà fare domanda online del beneficio per sé stessi o per un minore del quale si ha la potestà o la rappresentanza. Ciascun beneficiario potrà chiedere un Bonus trasporti al mese, entro il 31 dicembre 2023 e fino a esaurimento risorse. Prevista anche la possibilità di chiedere telematicamente l’agevolazione sulla piattaforma e acquistare l’abbonamento fisicamente in biglietteria in un secondo momento, mostrando, al momento dell’acquisto, il codice ricevuto al termine della procedura.

Infine, il D.M. n. 4/2023 disciplina anche la verifica dei requisiti, il monitoraggio dell’intervento, la rendicontazione da parte dei gestori e i controlli. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha anche provveduto ad aggiornare le FAQ dedicate al Bonus trasporti per sciogliere eventuali dubbi, a cui si aggiungono i servizi dell’URP online del dicastero per eventuali chiarimenti di dettaglio.  

CCNL Dirigenti – Aziende Commerciali: aumenti in arrivo

Una tantum, aumenti retributivi e fondi welfare per i dirigenti del Settore

Le sigle sindacali Confederazione Generale Italiana del Commercio, del Turismo, dei Servizi, delle Professioni e delle P.m.i.- Confcommercio – Imprese per l’Italia e Manageritalia- Federazione Nazionale dei Dirigenti, Quadri e Professional del Commercio, Trasporti, Turismo, Servizi, Terziario Avanzato hanno siglato il verbale di accordo relativo al CCNL Dirigenti-Aziende Commerciali.
Tra le disposizioni inserite figurano novità riguardanti l’una tantum di 2.000,00 euro lordi, (copertura 1° gennaio 2020-31 dicembre 2022), a titolo di arretrati retributivi, divisa in tre tranche ed erogata nella seguente modalità:
700,00 euro con la retribuzione di maggio 2023;
700,00 euro con la retribuzione di settembre 2023;
600,00 euro con la retribuzione di novembre 2023.

L’aumento retributivo di 450,00 euro lordi mensili verrà liquidato entro luglio 2025 nelle seguenti modalità:
150,00 euro mensili dal 1° dicembre 2023;
150,00euro mensili dal 1° luglio 2024;
150,00 euro mensili dal 1° luglio 2025.
Grazie agli aumenti sopra indicati, per i dirigenti del Comparto il minimo contrattuale mensile passa dagli attuali 3.890,00 euro a 4.040,00 euro (a partire dal 1° dicembre 2023), a 4.190,00 euro dal 1° luglio 2024 e a 4.340,00 euro dal 1° luglio 2025. Oltre a quanto già in precedenza indicato, i datori di lavoro destinano 1.000,00 euro per la piattaforma welfare dirigenti terziario, spendibili in beni e servizi welfare dal 1° gennaio 2024 e dal 1° gennaio 2025.

Lavoratori part time ciclico verticale e indennità una tantum: il riesame delle domande respinte

I lavoratori dipendenti di aziende private che siano stati titolari nell’anno 2021 di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale e che si sono visti respingere la domanda di accesso all’indennità una tantum introdotta dal decreto Aiuti, hanno 120 giorni di tempo per presentare istanza di riesame (INPS, messaggio 13 aprile 2023, n. 1379).

L’INPS rende note le istruzioni per la presentazione delle istanze di eventuali riesami da parte dei richiedenti l’indennità una tantum di cui all’articolo 2-bis del D.L. n. 50/2022 (cosiddetto decreto Aiuti), le cui domande sono state respinte per non avere superato i controlli inerenti all’accertamento dei requisiti normativamente previsti.

 

Si tratta, come noto, dell’indennità pari a 550 euro riconosciuta ai lavoratori dipendenti di aziende private che siano stati titolari nell’anno 2021 di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale, caratterizzato da periodi non interamente lavorati di almeno un mese in via continuativa e complessivamente non inferiori a 7 settimane e non superiori a 20 settimane.

 

La procedura utilizzata per verificare le domande pervenute è stata realizzata per consentire una centralizzazione delle istruttorie mediante controlli automatici sui requisiti, sulle incompatibilità e incumulabilità normativamente previste. Gli esiti della domanda e le relative motivazioni sono consultabili sia da parte degli Istituti di  Patronato sia da parte del cittadino accedendo con la propria identità digitale (SPID almeno di livello 2, CIE o CNS) alla sezione del sito istituzionale denominata “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” raggiungibile a partire dalla home page attraverso il motore di ricerca.

Gli stati di lavorazione, gli esiti e le eventuali motivazioni di reiezione della domanda sono disponibili nella sezione “Le mie richieste” cliccando su “Dati della domanda”.

 

Nel termine, non perentorio, di 120 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio in oggetto (ovvero dalla conoscenza della reiezione, se successiva), l’utente può fare richiesta di riesame attraverso il pulsate “Richiedi riesame” disponibile nella sezione “Dati della domanda”.

 

E’ comunque necessario indicare una motivazione e contestualmente inviare la documentazione utile a consentire il riesame attraverso il link “Allega documentazione”.

 

In allegato al messaggio in commento, l’Istituto riporta il dettaglio delle motivazioni di reiezione dell’indennità in argomento e fornisce poi alcune indicazioni amministrative sul riesame nei casi di reiezioni più frequenti emersi dall’analisi effettuata a campione. 

 

Nel caso in cui le denunce UniEmens non siano state sempre trasmesse, per i periodi di sospensione dell’attività lavorativa, secondo le modalità definite dall’IINPS con la specifica codifica prevista per le sospensioni in ragione del part-time, all’esito della attività istruttoria, la Struttura territoriale dovrà chiedere al datore di lavoro la regolarizzazione dei flussi interessati, sia per la tipologia del rapporto di lavoro part-time denunciato che per la corretta valorizzazione dei periodi di sospensione dell’attività in ragione del part-time. Laddove la Struttura territoriale competente per il riesame dell’indennità una tantum in oggetto sia diversa da quella competente per matricola aziendale, la prima avrà cura di inoltrare l’esito dell’istruttoria alla seconda, affinché quest’ultima possa attivare il canale di comunicazione con il datore di lavoro per la correzione dei flussi UniEmens.

 

Riguardo ai requisiti richiesti per l’accesso al beneficio, l’INPS precisa, ad esempio, che, in presenza di più rapporti di lavoro, il requisito dei “periodi non interamente lavorati” deve essere soddisfatto all’interno di uno dei rapporti di lavoro e non può procedersi alla sommatoria dei periodi non interamente lavorati all’interno dei diversi rapporti in essere. Inoltre, non è necessario che il requisito sia soddisfatto su ciascun rapporto di lavoro.

 

Viene data una precisa indicazione per i lavoratori dello spettacolo: infatti, considerato il diverso sistema di accredito contributivo previsto per la generalità dei lavoratori dipendenti iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti (espresso in settimane) e per i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (espresso in giornate), per “periodo continuativo di un mese” si intende, per i primi, un arco temporale pari a 4 settimane mentre, per i secondi, un periodo pari a 26 giorni. Si deve tener conto, in proposito, che, per i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, una settimana non interamente lavorata corrisponde a 6 giorni non lavorati, quindi, 7 settimane sono 42 giorni, mentre 20 settimane corrispondono a 120 giorni.

 

In riferimento all’ulteriore requisito secondo il quale il beneficiario non deve essere percettore della Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), si evidenzia che il lavoratore è da intendersi percettore di NASpI anche nella ipotesi in cui – alla data di presentazione della domanda di indennità una tantum – sia titolare della prestazione NASpI ma questa sia stata sospesa a seguito di rioccupazione con rapporto di lavoro a tempo determinato di durata pari o inferiore a 6 mesi.

 

Si ricorda che, inoltre, ai fini dell’accesso all’indennità in argomento, il lavoratore non deve essere titolare di un trattamento pensionistico diretto al momento della presentazione della domanda.

 

CIPL Edilizia Artigianato-Milano: erogato l’Elemento Variabile della Retribuzione per l’anno in corso

Definito l’Evr 2023 per le Aziende ed il personale di Comparto

L’accordo del 28 marzo 2023, sottoscritto tra le Associazioni Artigiane e le Organizzazioni Sindacali Territoriali firmatarie, prevede la verifica dei parametri territoriali per la determinazione ed il riconoscimento dell’Elemento Variabile della Retribuzione 2023. Tale accordo assicura l’andamento positivo di tutti i parametri territoriali tenendo conto anche dei cicli economici che caratterizzano il settore, collegati ai risultati di produttività, qualità e competitività raggiunti nel territorio.
Come previsto, l’Elemento in questione può esser dovuto interamente, dovuto in misura ridotta oppure non dovuto.
– Evr dovuto in misura intera:
Se dal confronto tra i dati riguardanti il triennio 2020-2022 in rapporto al precedente triennio 2019-2021, i parametri aziendali relativi alle ore denunciate in Cassa Edile al netto delle ore di Cassa Integrazione Guadagni ed al volume d’affari Iva come rilevabile dalle dichiarazioni annuali risultino pari o positivi, le Aziende provvederanno alla corresponsione dell’intero importo ad operai, impiegati, nonché ad apprendisti con contratto professionalizzante mediante il versamento di quote mensili durante l’anno in corso. In tal caso, l’Evr è stabilito nella misura intera del 4% dei minimi tabellari vigenti dal 1° Febbraio 2020.
– Evr non dovuto o versato in misura ridotta:
Qualora l’andamento di entrambi i suddetti parametri risulti negativo, l’Azienda non dovrà versare l’Elemento Variabile della Retribuzione. Se invece, l’andamento negativo riguardi solo uno dei due parametri, la stessa dovrà riconoscere l’Evr in misura ridotta pari al 50% dell’intero importo. In tal caso ella dovrà, entro il 30 Ottobre 2023, inviare tramite indirizzo Pec all’Associazione Artigiana di categoria cui aderisce ed alla Cassa Edile di Milano, un’autodichiarazione unitamente alla relativa documentazione probatoria.
Verifica del parametro Ore denunciate in Cassa Edile
Da ultimo si comunica che, le ore denunciate presso la Cassa Edile al netto delle ore di Cassa Integrazione Guadagni, possono esser verificate nell’area privata “Servizi on-line” consultando la funzione ad accesso riservato “Rendiconti” → “Estratto conto” → “Evr”.

Approvata la disciplina dell’equo compenso per i professionisti

Con il voto favorevole della Camera diviene legge la normativa in materia di giusta retribuzione delle prestazioni rese dai chi esercita una professione liberale (Camera dei deputati, comunicato 13 aprile 2023).

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva nella seduta del 12 aprile 2023 la disciplina dell’equo compenso delle prestazioni rese dai professionisti (avvocati, notai, amministratori di condominio, commercialisti, ecc.), con l’intento di rafforzare la loro tutela nei confronti di specifiche imprese che, per natura, dimensioni o fatturato, sono ritenute contraenti forti, in grado di determinare uno squilibrio nei rapporti con il singolo professionista. 

Il provvedimento si compone di 13 articoli e innanzitutto definisce come equo il compenso che rispetta specifici parametri ministeriali e interviene sull’ambito applicativo della disciplina vigente, ampliandolo sia per quanto riguarda i professionisti interessati, tra i quali sono inclusi i professionisti non iscritti a un Ordine, sia per quanto riguarda la committenza che viene estesa anche a tutte le imprese che impiegano più di 50 dipendenti o fatturano più di 10 milioni di euro (articoli 1 e 2).

La legge disciplina la nullità delle clausole che prevedono un compenso per il professionista inferiore ai parametri, nonché di ulteriori specifiche clausole indicative di uno squilibrio nei rapporti tra professionista e impresa, rimettendo al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo (articolo 3) ed eventualmente di condannare l’impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista (articolo 4).

Si prevede anche che gli ordini e i collegi professionali debbano adottare disposizioni deontologiche volte a sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull’equo compenso (articolo 5).

Viene consentito alle imprese committenti di adottare modelli standard di convenzione concordati con le rappresentanze professionali, presumendo che i compensi individuati siano equi fino a prova contraria (articolo 6).

Si prevede la possibilità che il parere di congruità del compenso emesso dall’ordine o dal collegio professionale acquisti l’efficacia di titolo esecutivo (articolo 7) e si disciplina la decorrenza dei termini di prescrizione delle azioni relative al diritto al compenso (articolo 5) e alla responsabilità professionale (articolo 8).

Inoltre, viene consentita la tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti attraverso l’azione di classe, proposta dalle rappresentanze professionali (articolo 9).

Infine, presso il Ministero della giustizia, viene istituito l’Osservatorio nazionale sull’equo compenso (articolo 10), mentre si prevede che la riforma non si applichi alle convenzioni già in corso (articolo 11).

 

 

 

CCNL Carta – Industria: corrisposto l’Elemento di garanzia retributiva con il mese di aprile

Elargita la quota lorda di euro 250,00 ai dipendenti assunti a tempo indeterminato

L’Ipotesi di Accordo del 30 novembre 2016, siglata tra l’Associazione Italiana fra gli Industriali della carta, cartoni e paste per carta, l’Associazione Nazionale Italiane Industrie Grafiche; Cartografiche e Trasformatrici ed il Sindacato Lavoratori Comunicazione, la Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni, l’Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione, il Sindacato Nazionale Ugl Carta e Stampa, avente decorrenza dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2019, per il rinnovo del CCNL applicato ai dipendenti delle aziende esercenti l’industria della carta, della cellulosa, pasta legno, fibra vulcanizzata e presfibra e alle aziende cartotecniche e della trasformazione della carta e del cartone del 13 settembre 2012, prevede che, dall’anno 2017, al personale assunto con contratto a tempo indeterminato in forza dal 1° gennaio di ogni anno nelle aziende che non abbiano fatto contrattazione di secondo livello negli ultimi tre anni, e non abbiano altresì ricevuto, nello stesso periodo, nessun altro trattamento economico collettivo, inclusi quelli a titolo di liberalità, in aggiunta a quanto spettante a norma del Contratto Collettivo, venga riconosciuto con le competenze del mese di aprile dell’anno successivo, una somma annua a titolo di Elemento di Garanzia Retributiva pari ad euro 250,00 lordi oppure una cifra inferiore fino a concorrenza in caso di presenza di un trattamento economico aggiuntivo a quello fissato dalla disciplina contrattuale. Tale importo è onnicomprensivo e non computabile ai fini del calcolo del Tfr.
Da ultimo si specifica che, in caso di risoluzione del rapporto prima della data di corresponsione, verranno erogati tanti dodicesimi dell’ammontare in questione quanti sono i mesi interi di servizio prestati nell’anno.

CIPL Edilizia Industria – Benevento: definiti gli importi Evr 2023

Stabilite le cifre relative all’Evr per i lavoratori del Settore Edilizia Industria 

Sulla base dell’Accordo Sindacale siglato dall’Ance di Benevento il 15 marzo scorso presso la sede dell’Ance Campania con le OO.SS Provinciali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, sono stati definiti gli importi dell’Elemento Variabile della Retribuzione che vengono erogati per tutto il 2023. L’emolumento viene riconosciuto a tutti i lavoratori del Comparto Edilizia Industria.
L’Evr è stato fissato nella misura del 4% da applicarsi ai minimi ed è corrisposto al 100% se sono soddisfatti gli esiti della verifica dell’andamento dei parametri individuati a livello territoriale, che tengono conto dell’andamento congiunturale del settore, insieme ai risultati conseguiti in termini di produttività, qualità e competitività nel territorio.
Sulla base di quanto detto in precedenza, l’erogazione del 100% dell’Evr avviene mensilmente, per operai e impiegati, ed il calcolo viene effettuato sulla base delle ore di lavoro ordinario effettivamente lavorate, per un massimo di 173 ore insieme agli arretrati delle mensilità precedenti.
Dal 1° gennaio 2023, l’importo per gli operai è di:
0,19 euro per operaio comune I livello;
0,22 euro per operaio qualificato II livello;
0,25 euro per operaio specializzato III livello;
0,26 euro per operaio IV livello.
Per gli impiegati, l’erogazione dell’emolumento in questione, è sempre mensile, per i periodi di lavoro ordinario effettivamente prestato, per un massimo di 13 mesi insieme agli arretrati relativi alle mensilità precedenti.
Dal 1° gennaio 2023, l’importo dell’Evr è di:
32,61 euro per gli impiegati di I livello;
38,16 euro per gli impiegati di II livello;
42,40 euro per gli impiegati di III livello;
45,66 euro per gli impiegati di IV livello;
48,92 euro per gli impiegati di V livello;
58,71 euro per gli impiegati di VI livello;
65,23 euro per gli impiegati di VII livello.
Se scatta almeno uno dei 2 parametri aziendali si deve versare il 30%, più la metà del 70% restante. Quindi, l’azienda va  ad erogare il 65% dell’Evr.
Pertanto, dal 1° gennaio 2023, per gli operai l’importo è pari a:
0,12 euro per gli operai di I livello;
0,14 euro per gli operai di II livello;
0,16 euro per gli operai di III livello;
0,17 euro per gli operai di IV livello.
Mentre, per gli impiegati, dal 1° gennaio 2023, l’importo è di:
21,20 euro per gli impiegati di I livello;
24,80 euro per gli impiegati di II livello;
27,56 euro per gli impiegati di III livello;
29,68 euro per gli impiegati di IV livello;
31,80 euro per gli impiegati di V livello;
38,16 euro per gli impiegati di VI livello;
42,40 euro per gli impiegati di VII livello. 

 

 

Lavoratore padre in congedo e dimissioni, spetta il ticket di licenziamento

L’INPS fornisce precisazioni riguardo al trattamento contributivo che spetta al lavoratore che abbia rassegnato le proprie dimissioni durante il periodo di fruizione del congedo di paternità, con indicazioni operative per i datori che devono versare il ticket di licenziamento (INPS, messaggio 12 aprile 2023, n. 1356).

Le dimissioni del lavoratore padre dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato – intervenute nel periodo di durata del congedo di paternità (obbligatorio o alternativo) e sino al compimento di un anno di età del bambino, determinano la sussistenza dell’obbligo contributivo di cui all’articolo 2, commi da 31 a 35, della Legge n. 92/2012 a carico del datore di lavoro, che è tenuto a corrispondere il cosiddetto ticket di licenziamento.

 

Ciò in ragione del fatto che le dimissioni del lavoratore padre costituiscono causali che, indipendentemente dal requisito contributivo, darebbero diritto alla NASpI.

 

In particolare, l’obbligo contributivo in argomento, già previsto (analogamente alle dimissioni della lavoratrice intervenute durante il periodo tutelato di maternità) nelle ipotesi di dimissioni presentate dal lavoratore padre che fruisce del congedo di paternità alternativo (articolo 28, D.Lgs. n. 151/2001), sussiste anche in caso di dimissioni rassegnate dal lavoratore padre in caso di fruizione del congedo di paternità obbligatorio (articolo 27-bis, D.Lgs. n. 151/2001).

 

Si ricordi che il congedo di paternità obbligatorio prevede che il padre lavoratore, dai 2 mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i 5 mesi successivi, si astiene dal lavoro per un periodo di 10 giorni lavorativi, non frazionabili ad ore, da utilizzare anche in via non continuativa. Il congedo è fruibile, entro lo stesso arco temporale, anche in caso di morte perinatale del figlio e la sua durata è aumentata a 20 giorni lavorativi in caso di parto plurimo. Il congedo è fruibile dal padre anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice  ed è riconosciuto anche in caso di fruizione del congedo di paternità alternativo.

 

Nell’ipotesi di dimissioni del padre lavoratore durante il congedo di paternità obbligatorio:

 

– il datore di lavoro è tenuto all’adempimento contributivo in argomento per le interruzioni del rapporto di lavoro a tempo indeterminato intervenute nell’arco temporale che decorre dai 2 mesi prima la data presunta del parto e sino al compimento di un anno di età del bambino;

 

– l’obbligo contributivo sussiste a decorrere dal 13 agosto 2022 e per gli eventi di dimissioni verificatisi a decorrere dalla medesima data, ossia dalla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 105/2022, che, modificando nel senso sopra descritto il D.Lgs. n. 151/2001, consentono l’accesso all’indennità di disoccupazione NASpI anche al lavoratore padre dimissionario.

 

L’INPS precisa che, qualora l’obbligo contributivo sia conseguente a dimissioni del lavoratore padre che fruisce del congedo di paternità obbligatorio intervenute precedentemente alla pubblicazione del messaggio in commento, il datore di lavoro è tenuto al versamento contributivo entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello di pubblicazione del medesimo messaggio, senza aggravio di sanzioni e interessi.

 

L’obbligo di corrispondere il ticket di licenziamento sussiste anche nelle ipotesi di interruzioni di rapporto di lavoro di operaio agricolo a tempo indeterminato o di apprendista a tempo indeterminato alle dipendenze di imprese cooperative e dei loro consorzi – inquadrati nel settore agricoltura – in quanto anche questi datori di lavoro sono tenuti al versamento della contribuzione di finanziamento NASpI.

 

Infine, vengono date le istruzioni operative per la compilazione dei flussi UniEmens: i datori di lavoro dovranno utilizzare il codice <TipoCessazione> ”1S”, che assume il più ampio significato di “Dimissioni per giusta causa o intervenute durante il periodo tutelato di maternità e del lavoratore padre ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. n.151/2001”.

 

Per le cessazioni di rapporto di lavoro intervenute precedentemente alla pubblicazione del presente messaggio, i datori di lavoro devono operare con l’invio di flussi regolarizzativi sull’ultimo mese di attività del lavoratore, da effettuarsi, come detto, entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello di pubblicazione del presente messaggio, esponendo il nuovo codice Tipo Cessazione “1S” e il codice “M400”.

 

CCNL Commercio Cooperative: erogati gli acconti assorbibili su futuri aumenti contrattuali



Con il mese di aprile, corresponsione degli acconti ai lavoratori in forza dal 12 dicembre 2022


Il Verbale di Accordo sottoscritto il 12 dicembre 2022, tra Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Ancc Coop, Federazione Nazionale delle Cooperative di Consumo, della Distribuzione e dell’Utenza-Confcooperative Consumo e Utenza, Associazione Italiana Cooperative di Consumo-A.G.C.I. Agrital, Federazione Italiana Lavoratori Commercio, Albergo, Mense e Servizi-Filcams-Cgil, Federazione Italiana Sindacati Addetti Servizi Commerciali Affini e del Turismo-Fisascat-Cisl­, Unione Italiana Lavoratori Turismo Commercio e Servizi-Uiltucs-Uil, per i soli lavoratori di Settore ed in forza alla data del 12 dicembre 2022, prevede con il mese di aprile, l’erogazione di una quota pari ad euro 30,00 al IV livello, e riparametrata sugli altri livelli di inquadramento, a titolo di acconto assorbibile dai futuri aumenti contrattuali.
Nella tabella sottostante vengono riportati gli importi di cui trattasi.
































Livelli Incremento mensile
Quadri 53,13
I 48,33
II 42,08
III S 37,50
III 34,79
IV S 32,29
IV 30,00
V 27,08
VI 20,83



CCNL Tessili Faconisti (Laif-Cisal): corresponsione della 1ª tranche di Una Tantum



Prevista per l’anno 2023 l’erogazione di un importo Una Tantum, da corrispondersi in 2 tranche


Con il CCNL sottoscritto il 31 gennaio 2023 Laif, Anpit, Cisal-Terziario e Cisal hanno stabilito l’erogazione nell’anno 2023 di un importo Una Tantum, suddiviso in 2 tranche. La 1ª tranche deve essere corrisposta nel mese di aprile con le seguenti modalità:
– lavoratori assunti entro il 31 dicembre 2020: 100% dell’Una Tantum;
– lavoratori assunti dal 1° gennaio 2021: Una Tantum proporzionata per il periodo lavorato, dalla data di assunzione al 31 dicembre 2022;
– lavoratori assunti dal 1° gennaio 2023: non hanno diritto all’Una Tantum.


 































Livello Importo
Quadri 225,00
1 200,00
2 170,00
3 140,00
4 120,00
5 100,00
6 90,00
7 85,00
8 75,00

Una Tantum per gli Operatori di Vendita













Livello Importo
Venditore 1 140,00
Venditore 2 120,00
Venditore 3 110,00